VEDA LIVE @ LE TROTTOIR
19 Dicembre
Le Trottoir
Piazza XXIV Maggio 1
Milano
ore 22.00
notizie musicali
"...se ci si sofferma su un brano come Magpies Nest, Magnason può sembrare una versione sofisticata di Emiliana Torrini [...] ma è l'appeal disco della maliziosa Handsome che fa girare la testa e bacino all'unisono..."(Barbara Tomasino, Rumore)
"...Edda si avventura con la sua voce sottile in paesaggi sonori fantasiosi e imprevedibili come un'Alice nel Paese delle Meraviglie e la sua musica è gioco e azzardo, un filo teso dal dancefloor al lirismo più intimo e delicato, percorso con leggerezza d'acrobata a passo di pop, jazz e folk...."(Alessandro Hellmann, Rockerilla)
"...Siamo in atmosfere più intime e delicate, la voce si fa più morbida e l’influenza della musica classica più consistente. Di quelle canzoni che vorresti ascoltare in un piccolissimo club poco illuminato con un gran silenzio. In mezzo a questi tre brani troviamo ancora due cambi di ritmo: Fallin asleep to a kitchen conversation, vocalizzi tra il jazz e Elis Regina, Edda si diverte con le sue doti canore, ma lo fa con classe..."(Dean Morrison, Radio Bombay)
continua a leggere su Audiodrome"...Il sound del gruppo di Adam Jacobsson, Henric Claesson, Björn Wiking e Tom Malmros possiede una forte ritmica/tensione new wave, espansa di volta in volta da tendenze math, kraut, “synth” (elegante e densa “0011”) o - più semplicemente - da una certa dose di personalità..." (Giampaolo Cristofaro, Audiodrome)
"...Wooden Days” parla di temi semplici ma allo stesso tempo importanti ed attuali. Si parla infatti di celebrità e privacy, di amore, emarginazione, transessualità, sogni, nostalgia, morte. Il tutto è raccontato con la loro musica, un indie-rock con voce graffiante, coinvolta e coinvolgente...."
"Il secondo album della cantautrice svedese di origini islandesi è un lavoro eccentrico e visionario che, pur conservando ampie tracce del pianismo impressionista che ne aveva caratterizzato l’esordio, attinge ad una tavolozza strumentale molto più ricca e inconsueta, tra sitar elettrificati e oniriche dissonanze. Edda si avventura con la sua voce sottile [...]"
"...Edda crea, inventa, osa. Un pugno di foglie rinsecchite, lanciate nell’aria e sospinte dal vento lontano, lontano, e lo sguardo rapito d’un bimbo ad osservar il prodigio… La filastrocca “Beatle”, poi “Magpie’s nest” ed “Ancient star my innocent heart” punteggiate da un pianismo sghembo a sostegno d’un canto che si leva chiaro, dolce ma deciso (il testo di “Magpie’s…” cela dei velati riferimenti politici, perché la realtà che ci circonda non va taciuta, e la forza delle proprie idee non va repressa), con una “Handsome” poppy al punto che potrebbe piacere alle radio meno ottuse, quanti ingredienti per una pietanza unica! Lo strumentale “Hur jag foerestaeller mig det aer att segla” (“How I image sailing”) profuma davvero dell’aria salmastra d’un porto di mare, ed il grigio dei pastrani di pesante lana indossati dalle donne riunite sulla banchina a salutare mariti e figli in partenza per una lunga nottata di pesca si confonde coll’azzurro cupo delle onde schiumanti..."
"Il treno dei Veda è appena partito, ma le previsioni di viaggio duraturo e piacevole si scorgono bene in lontananza. Ep d'esordio, Prosa, mostra una padronanza tecnica del linguaggio noise-indie-rock notevole e in buona fase di maturazione....."
Leggi la recensione di "Prosa" sul nuovo sito di Rockerilla
"....potremmo parlare di pop eccentrico, o di capacità innata nel fondere ironia e malinconia e nel raccontare inverni senza giorno ed estati senza notte. La svedese Edda Magnason è un esempio da manuale di questo modo di fare musica tra l'organizzato e il trasognato..." (XL, Antonio Vivaldi)continua a leggere su XL di Ottobre
"....funziona alla grande, e tradisce le ambizioni pop di una scrittura che ama i percorsi sghembi e gli svolazzi ma ritorna ciclicamente nell'alveo di una forma canzone immediatamente fruibile. Tutto il disco gioca su questa alternanza tra strizzate d'occhio (l'iniziale Camera, un divertente tormentone vagamente funk, Blondie, arricchita da archi orientali alla maniera dei Beatles e coretti antichizzati, furbizia e freschezza in parti uguali) ed episodi più complessi e divaganti dove a farla da padrone sono voce e piano...." (Il Mucchio Selvaggio, Alessandro Besselva Averame)
"...sospesa tra una vocalità che ricorda a tratti quella di Bjork e il pop pianistico della Tori Amos degli anni 90, con la sua voce cristallina Edda canta piccole e preziose canzoni pop, a volte molto accattivanti e radiofoniche (Camera, One Man Show), altre volte più stralunate e sognanti (Ancient Star My Innocent Heart), dal sapore retrò (Handsome) o più spiccatamente jazz (falling Asleep To A Kitchen Conversation)...." (Jam, Vanna Lovato)continua a leggere su Jam di Ottobre
"...Con Edda continua il filone dei compositori (soprattutto pianisti) nordeuropei che decidono di uscire dal solco degli studi classici per cimentarsi con il pop. "Goods" è il secondo album della cantautrice svedese di origini islandesi, dopo il debutto del 2010 con l'album omonimo "Edda Magnason", uscito sotto l'etichetta Adrian Recordings. Chiaramente l'unione del pianoforte con la musica moderna ci avvicina al jazz ma anche il folk reclama la sua parte in undici tracce tutte da scoprire, ricamate sulla caratteristica voce di Edda. Con la sua band ha creato un accompagnamento perfettamente onirico per i suoi viaggi bucolici, intimistici, fatti però di vita quotidiana che sono ottimi spunti per riflessioni a più ampio spettro...." (Onda Alternativa, Syd The Piper)
"Imprevedibile, estroso, surreale disco di pop-folk-orchestrale-jazz-tantecoseinsieme dalla penna fatata di Edda Magnason, cantautrice Svedese alla seconda uscita discografica. Goods è uno di quei dischi in cui la musica non è semplicemente un discorso di intervalli, timbri, note e tempi ma è più materia per baloccarsi e sognare e con questo gioco Edda, quasi una Kate Bush sotto gas esilarante (ascoltare “Magpies Nest” per credere), ci porta in giro per i mondi immaginari della sua mente..." continua a leggere su OutTune
"Potremmo definirla un'attualissima Alice nel Paese delle Meraviglie, ci regala un disco che non ti aspetti, ricercatissimo e nel contempo godibile. Stiamo parlando della cantautrice svedese Edda Magnason con il nuovo album Goods, un eccentrico ma elegantissimo mix di pop, folk e jazz, uscito lo scorso 16 settembre per l'etichetta di Malmo Adrian Recordings. Questo disco è un'autentiva opera d'arte, ascoltarlo trasporta in una sorta di realtà parallela e incantevole..." continua a leggere su Asap Fanzine
"Imprevedibile, estroso, surreale disco di pop-folk-orchestrale-jazz-tantecoseinsieme dalla penna di questa cantautrice Svedese. Edda sembra una sorta di Kate Bush sotto acidi e gas esilarante e il disco è un viaggio strano in mezzo a mondi curiosi..." continua a leggere su Rumenta
"EDDA MAGNASON è una pianista e cantautrice svedese. Il suo primo album è uscito l'anno scorso, bissato ora da questo Goods. Talento poliedrico - Edda ha curato personalmente i disegni e l'artwork del booklet del disco - il suo è un mondo musicale bizzarro e caramelloso, anche quando i toni si fanno leggermente più introspettivi e meno platealmente giocosi come quelli dei due brani che aprono il CD, Camera e Blondie, patchwork di pop a là Solex, jazz e folk, serviti in salsa lounge. Col piano e la sua voce al centro della scena, nel proseguio di scaletta, la Magnason ha proseguito continuando a dare una propria interpretazione a questi generi, toccando il feeling delle soundtracks burtoniane, il pop pianistico di Tori Amos, la dolce svagatezza della prima Bjork, un pizzico di orchestralità, il folk jazzato del paese da cui arriva. Un disco fresco e brillante, immaginifico e ben più ricercato di quello che un ascolto distratto porterebbe a pensare."